La posizione del KKE nei confronti dei governi borghesi è un'arma per le nostre lotte di oggi

«Nelle condizioni del capitalismo nessun governo costituisce un potere autonomo, il potere è esercitato dalla classe borghese e lo strumento del suo potere è lo Stato borghese, al quale sono subordinate tutte le istituzioni. Le decisioni dell'UE e della NATO sono vincolanti e hanno la precedenza sulla costituzione nazionale e sulla legislazione nazionale. I governi di gestione borghese non possono e non vogliono abolire la legge delle leggi che è il profitto capitalista, è inevitabile e obbligatoria la difesa con tutti i mezzi della dittatura della classe borghese. Le leggi vengono abolite con il rovesciamento rivoluzionario dello stesso sistema, con un nuovo potere, operaio, nella società socialista comunista».

Lo ha sottolineato Aleka Papariga, membro del Comitato Centrale del KKE (nota: Segretaria Generale del Comitato Centrale del KKE nel periodo 1991-2013) parlando ad un evento seguito da migliaia di giovani che partecipavano al campeggio della KNE, aggiungendo:

«In tutti i sistemi sociali che si sono succeduti, quello primitivo comunitario, quello schiavista, quello feudale, quello capitalista e quello socialista che abbiamo conosciuto nel XX secolo, l'elemento determinante era ed è il processo produttivo, i rapporti tra le persone al suo interno, la posizione nella partizione del lavoro e la proprietà dei mezzi di produzione. Lo Stato e i sistemi di potere politico sono determinati nelle loro linee fondamentali dall'economia. Pertanto, nel capitalismo la partecipazione del Partito Comunista al governo è in totale contraddizione con la sua posizione secondo cui la lotta del popolo e della gioventù, sulla base dell'esperienza acquisita, deve essere diretta al rovesciamento del potere politico della classe borghese, alla distruzione del suo Stato, all'abolizione della proprietà capitalistica a favore del potere operaio, all'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

Il KKE lotta per il nuovo potere, dove dirige, o se volete usare il termine più comune governa, la classe operaia e non il KKE. Il KKE è la sua avanguardia organizzata, la sua forza guida. Pertanto, sono falsi gli argomenti che i nostri nemici e i nostri presunti “amici” ci attribuiscono, secondo cui vorremmo essere sempre all'opposizione, come sostengono coloro che vivono sonolper ottenere posizioni di governo. Saremo all'opposizione finché il popolo sarà all'opposizione, solo fino ad allora. Comprendiamo che molti giovani si chiederanno se il KKE rinunci al tentativo di strappare alcune conquiste, o almeno di alleviare la situazione della classe operaia e delle masse popolari di oggi. 

In linea di principio, la storia del KKE dalla sua fondazione ad oggi, così come la storia generale del Movimento Comunista Internazionale, conferma che non esiste conquista, non esiste lotta armata di liberazione che non sia stata vinta con il contributo decisivo del KKE e della sua gioventù. Il PC può dare il suo contributo solo quando rimane libero dallo Stato borghese e dai vincoli governativi, come forza guida all'avanguardia nello sviluppo della forza motrice della storia, la lotta di classe.

I partiti non sono caratterizzati dal loro nome, anche quando portano il titolo di partito comunista, né tanto meno dai loro slogan, ma dal loro programma e dalla loro azione. È stato infatti dimostrato che il sistema capitalista si è sostenuto in condizioni di crisi economica, in condizioni di coinvolgimento nella guerra imperialista, non solo dai partiti liberali e socialdemocratici, ma anche da partiti che si definiscono di sinistra, rinnovatori, antisistemici o altro. Non c'è mai stato nella storia un governo con la partecipazione del PC che abbia costituito un trampolino di lancio per l'attacco al capitale, all'imperialismo. Tanto meno è stato la chiave, come si diceva, per il passaggio al socialismo. Abbiamo del resto anche la nostra esperienza negativa. 

Tutti gli altri partiti, indipendentemente dalle differenze tra loro, considerano le elezioni nazionali, i referendum talvolta, e in generale le urne ogni 3, 4 o 5 anni, a seconda dei casi, come la forma più alta di lotta e democrazia. Considerano i popoli principalmente come elettori o li invitano a sostenere il governo in carica.

Noi, che abbiamo proclamato la lotta di classe come forza motrice, siamo l'unico partito che, in base alla nostra teoria e ideologia, crede che solo il popolo possa salvare il popolo, con il sostegno del KKE e la collaborazione con esso. Non siamo bugiardi, ipocriti o sognatori per promettere al popolo che un voto al KKE ogni quattro anni risolverà tutti i problemi. (…) 

Lo ha sottolineato A. Papariga in occasione di un evento per i 10 anni dal referendum indetto dal governo SYRIZA-ANEL con primo ministro Al. Tsipras, che ha portato a nuove misure antipopolari e antioperaie. Ha invitato tutti coloro che nel 2012 hanno voltato le spalle al KKE quando questo ha dichiarato che non avrebbe sostenuto né partecipato a un governo di coalizione con SYRIZA, né a nessun governo sul terreno del capitalismo, a ripensare agli eventi. Riferendosi all'esperienza di governo del SYRIZA, ha osservato tra l'altro:

«Il peggior servizio, il più pericoloso, offerto dal SYRIZA, analogo e corrispondente al periodo del PASOK, è la manipolazione del popolo secondo la logica della “testa bassa” a causa dei rapporti di forza sfavorevoli.

L'invocazione del rapporto di forza è una politica che invita il popolo a scendere a compromessi e a rafforzare il sistema marcio e la guerra imperialista. Una cosa è per noi il calcolo oggettivo del rapporto di forza negativo da un punto di vista di classe, un'altra è proclamare, in nome di tale rapporto, la rinuncia alla lotta per cambiarlo, per il suo rovesciamento.

Nelle condizioni del capitalismo, il KKE lotta affinché il popolo ottenga almeno alcune conquiste, avvertendo che l'avversario è pronto a riprendersele, affinché il popolo acquisisca coscienza dei propri diritti e della propria forza. Allo stesso tempo, cerca di riunire, maturare e educare le forze operaie e popolari affinché, in condizioni di situazione rivoluzionaria, osino l'unica scelta possibile: il rovesciamento e il passaggio al potere operaio.

 

 





09.07.2025