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Sull'aristocrazia operaia: la differenziazione e stratificazione della classe operaia

Nelle Tesi del Comitato Centrale del KKE, alla tesi 23, si fa riferimento al restringimento del segmento dell'aristocrazia operaia e all'espansione delle differenziazioni all'interno della classe operaia. Qual è la base materiale per questo fenomeno?

Gli esseri umani hanno sempre utilizzato la loro forza lavoro, ossia la totalità delle loro capacità fisiche e intellettuali per la produzione di prodotti a loro utili. Sotto il capitalismo, parallelamente con la trasformazione generalizzata dei prodotti in merci, si è avuta la trasformazione generalizzata della forza-lavoro umana in merce. La trasformazione della forza-lavoro in merce, in combinazione con la concentrazione dei mezzi di produzione nelle mani di una parte della società, costituisce le fondamenta della divisione in classi della società capitalistica: da un lato vi è la classe borghese composta dai proprietari dei mezzi sociali di produzione e dall'altro la classe operaia composta da tutti coloro che non possiedono alcun mezzo di produzione e sono costretti a vendere la loro forza-lavoro ai capitalisti.

Tuttavia, questo criterio non è sufficiente per la definizione delle due classi fondamentali della società. Devono essere presi in considerazione altri criteri. Per questo motivo, Lenin ha delineato la seguente definizione di classe: "Si chiamano classi quei grandi gruppi di persone che si distinguono tra loro per il posto che occupano in un sistema storicamente determinato di produzione sociale, per il loro rapporto (per lo più sanzionato e fissato da leggi) con i mezzi di produzione, per la loro funzione nell'organizzazione sociale del lavoro e, quindi, per il modo in cui ottengono e per la dimensione che quella parte di ricchezza sociale di cui dispongono. Le classi sono gruppi di persone, l'uno dei quali può appropriarsi il lavoro dell'altro grazie al differente posto che occupa in un determinato sistema di economia sociale".(La grande iniziativa, V.I. Lenin, Opere Complete, vol. 29 [marzo - agosto 1919], p.373, Editori Riuniti, Roma, 1967)

La classe operaia che è definita in base a tutti questi criteri non è un gruppo omogeneo, ma è caratterizzata da importanti differenze in termini di natura e condizioni di lavoro, in termini di salario, del livello di specializzazione, di stabilità del lavoro, ecc. Queste differenziazioni all'interno della merce forza-lavoro sono molto marcate tra i vari stati capitalisti, tra i vari settori e le varie imprese.

Queste differenziazioni si sono ampliate e intensificate ulteriormente durante la fase monopolistica del capitalismo. Su questa base materiale è emerso un segmento di operai, in grado di garantirsi condizioni di vita e di lavoro migliori di quelle della grande massa di lavoratori. Naturalmente, questo non significa che qualsiasi sezione di lavoratori che abbia, per esempio, salari più alti appartenga all'aristocrazia operaia. Al fine di definire l'aristocrazia operaia, si deve tener conto di tutti i criteri posti da Lenin per definire la classe nel loro insieme e non considerando separatamente uno o alcuni criteri. A parte il livello di reddito, vi sono fattori molto importanti da considerare: per esempio se il loro lavoro abbia un carattere di controllo o meno, oppure quale sia la modalità di acquisizione di una parte significativa del loro reddito (ad esempio, l'incameramento di tangenti e mazzette di vario genere, la partecipazione a corsi e seminari organizzati dal sindacato GSEE, la corruzione diretta o indiretta di una sezione di lavoratori). Questa categoria privilegiata di lavoratori è presente sia nell'ambito privato, che nel settore pubblico.

Tuttavia, deve essere chiaro che questo segmento non è delimitato in termini rigorosi e assoluti. A riguardo dell'aristocrazia operaia, non è tanto importante la sua rigida delimitazione quanto il fatto che emergono oggettivamente nella società i presupposti materiali per il compromesso con il capitalismo tra una sezione di lavoratori e questa tendenza si esprime anche nei ranghi del movimento operaio.

La dimensione dello strato dell'aristocrazia operaia non è stabile nel corso del tempo e tra i diversi paesi, poiché dipende da fattori come il livello di sviluppo dei rapporti capitalistici, la posizione del paese nel sistema imperialista globale, la fase del ciclo economico, ecc. Così, mentre inizialmente Marx ed Engels hanno dato particolare enfasi all'aristocrazia operaia in Gran Bretagna come risultato del suo monopolio industriale nel mercato globale, la formazione del sistema imperialista mondiale nel corso del 20° secolo ha ampliato la base materiale per l'aristocrazia operaia per la maggior parte degli stati capitalisti (a prescindere dalla loro posizione nella piramide imperialista) e all'interno di ciascuno stato.

[*] Nel quadro delle procedure pre-congressuali del 20° Congresso del Partito, sono stati pubblicati una serie di articoli su "Rizospastis" in una rubrica speciale nella formula di "domanda-risposta" intorno a questioni ideologiche-politiche contenute nelle Tesi di CC.

Questo articolo è stato pubblicato il 09/02/2017

 

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare