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Nessuna fiducia in nessun governo borghese, né classe borghese, né alleanza imperialista

Kostas Papadakis, membro del CC e deputato europeo, nel discorso introduttivo al Seminario della delegazione del KKE al Parlamento europeo, ha detto:

Cari compagni,

Il nostro seminario di oggi ha lo scopo di far luce sugli attuali gravi e complessi sviluppi (per i lavoratori), attraverso il prisma del pensiero leninista, come illustrato dal suo autore nel lavoro che vide la luce 100 anni fa intitolato Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa, affiancato da altre sue opere che anche analizzano gli elementi costitutivi dell'imperialismo, come stadio supremo del capitalismo.

Oggi, vediamo nuove unioni interstatali accanto a quelle vecchie, come la NATO e l'UE. Emergono in Eurasia, America Latina, Asia, con lo scopo presunto di unire i popoli e la vita economica di interi continenti. I problemi sono gravi, perché al di là dei partiti che pur essendo mutati ancora portano il titolo di "comunista" e seguono un percorso socialdemocratico, ci sono PC che provano a lottare ma separano questo sviluppo dalla sua base economica e lo inseriscono nel costrutto ideologico del cosiddetto "mondo multipolare".

Allo stesso tempo, possiamo osservare processi nell'UE che costituiscono una forma avanzata di alleanza reazionaria tra gli stati capitalisti in Europa. E' all'interno di questo contesto che dobbiamo valutare gli sviluppi riguardo la Brexit, dove il crescente malcontento del popolo si è trovato intrappolato nella corrente borghese dell'euroscetticismo. E' in atto un tentativo da parte delle forze fasciste di estrema destra di utilizzare questa tendenza, che si sta sviluppando in molti paesi dell'UE. E tutto ciò accade mentre i partiti di "sinistra" e i partiti che veicolano l'opportunismo della corrente del cosiddetto "eurocomunismo" da decenni lanciano vani appelli e lottano per la "democratizzazione" della UE, per il "ritorno ai suoi principi fondamentali", che sarebbero stati abbandonati, per la sua "umanizzazione", la sua trasformazione in una "Europa dei popoli", dove "l'indipendenza nazionale e la sovranità saranno rispettati". Altrettanto pericolose a nostro parere, sono le prospettive che, utilizzando vari argomenti, si ritirano dalla lotta per rovesciare il capitalismo a livello nazionale, rifiutando esplicitamente la teoria leninista riguardo la possibilità per la rivoluzione di vincere in un solo paese, cosa analizzata in questa specifica opera di Lenin.

A nostro avviso, ciò si verifica perché oggi continuano ad avere una forte influenza nel ranghi del movimento comunista internazionale un certo numero di posizioni e analisi opportuniste che, in sostanza, intendono l'imperialismo principalmente in termini di politica estera, come invasione esterna e straniera e dominazione di uno stato borghese più forte ai danni del più debole. Queste analisi spesso mettono in luce le offensive militari e gli interventi imperialisti delle maggiori potenze capitaliste, la penetrazione dei monopoli stranieri al fine di sfruttare e controllare il mercato di un paese o di una regione più ampia, ma separano tali fenomeni dalle relazioni ineguali che sono una caratteristica integrante del sistema capitalista e dal contenuto socio-economico dell'imperialismo, come fase finale del capitalismo.

Questi approcci riducono il movimento operaio a fare una condanna superficiale degli interventi imperialisti e, allo stesso tempo promuovono erroneamente la possibilità di un'alleanza sociale della classe operaia con le forze borghesi con l'obiettivo di superare l'arretratezza dello sviluppo capitalistico del paese e acquisire la piena indipendenza nazionale. In questo modo, l'obiettivo di migliorare la posizione di un paese capitalista all'interno del sistema imperialista, un obiettivo che porta alla collaborazione di classe, viene avanzato come "antimperialista" e presentato come un obiettivo radicale per la lotta contro la dipendenza imperialista, persino come un passo o una fase verso il socialismo.

Per questo motivo, è particolarmente importante illustrare la posizione leninista sull'imperialismo, quale epoca reazionaria del capitalismo, decadente e agonizzante, con caratteristiche comuni a tutti gli stati del sistema imperialista internazionale, più o meno deboli o forti in un determinato momento.

Queste caratteristiche comuni sono legate al dominio dei monopoli e delle potenti società capitalistiche, all'acuirsi della concorrenza capitalistica, alla formazione del capitale finanziario, all'aumento dell'importanza delle esportazioni di capitali in relazione alle esportazioni di materie prime, alla lotta per la nuova spartizione dei mercati e dei territori tra gli stati imperialisti e i gruppi monopolistici internazionali.

Il dominio dei monopoli, delle potenti società per azioni porta al distacco e alla separazione della proprietà capitalistica dalla gestione e organizzazione della produzione capitalistica e costituisce la base economica per l'intensificazione del ruolo parassitario della classe borghese in ogni stato capitalista. Su base giornaliera provengono pericolosi profitti parassitari dalla compravendita di azioni di imprese capitaliste, senza alcun altro rapporto con le aziende specifiche.

Il parassitismo, l'acuirsi della contraddizione fondamentale tra il carattere sociale della produzione e l'appropriazione capitalistica dei suoi risultati, caratterizzano tutti gli stati capitalisti, indipendentemente dalla loro posizione nel sistema imperialista internazionale.

Allo stesso tempo, il rafforzamento della tendenza alle esportazioni di capitali accelera lo sviluppo del capitalismo nei paesi verso i quali sono destinati queste esportazioni di capitali. Inoltre contribuisce, insieme alla velocità degli sviluppi tecnologici, al rapido cambiamento dei rapporti di forza tra gli stati del sistema imperialista internazionale, secondo la legge dello sviluppo ineguale.

Lenin ha sottolineato nei suoi scritti all'inizio del 20° secolo che un piccolo gruppo di stati possedeva la posizione dominante nel mercato globale grazie ai trust, ai cartelli e alle relazioni interstatali tra stati creditori e stati debitori. Ha messo in luce l'aumento della forza raggiunta dagli stati specifici che svolgono il ruolo di creditore, usuraio, rentier (Rentnerstaat), in relazione agli stati debitori. Inoltre ha messo sotto esame il gruppo di stati forti che possedevano colonie all'epoca. Seguendo il metodo leninista, dobbiamo esaminare i cambiamenti epocali nelle posizioni degli stati del sistema imperialista internazionale. Oggi circa 200 stati hanno raggiunto la loro indipendenza politica. I rapporti ineguali tra gli stati capitalistici sono connaturati al capitalismo e i continui cambiamenti nei rapporti di forze tra gli stati sono il risultato dell'impatto della legge dello sviluppo ineguale. Di conseguenza, la salvaguardia di relazioni paritarie tra stati borghesi, sul terreno del capitalismo, anche nel quadro di un'alleanza interstatale, come l'Unione europea o qualsiasi altra unione capitalista tra Stati, non può essere un obiettivo della lotta per i comunisti.

Nel contemporaneo sistema imperialista si è formata una rete di relazioni ineguali di interdipendenza tra stati capitalisti. Stati che nel 20° secolo erano creditori sono oggi trasformati in stati debitori (si considerino per esempio gli attuali grandi debiti statali degli Stati Uniti, Francia e Italia), mentre la Cina è oggi uno stato finanziatore. Il cambiamento nei rapporti di forza tra Gran Bretagna e India dal 20° al 21° secolo è l'esempio più caratteristico.

Oggi gli Stati Uniti restano la maggiore potenza del mondo imperialista, poiché la forza di ogni classe borghese è la somma del suo potere militare, economico e politico. Tuttavia, vi è una tendenza continua alla variazione dei rapporti di forza, con la riduzione della quota statunitense e di quella ad appannaggio dell'Eurozona del Prodotto nazionale lordo in favore della quota di Cina e di altri paesi. Ciò è collegato alla creazione di nuove unioni interstatali di paesi capitalistici, come ad esempio l'alleanza BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica).

E' all'interno di questo quadro che i comunisti devono esaminare lo sviluppo delle alleanze imperialiste, le relazioni diseguali tra stati, le dipendenze politiche, economiche e militari esistenti, nonché l'intensificazione degli interventi imperialisti, l'espansione delle guerre locali e il pericolo di una nuova guerra imperialista generalizzata.

Senza di ciò qualsiasi altra previsione sarà incerta, perché non fondata sul rapporto tra economia e politica. Senza di ciò, esiste il pericolo reale che il movimento comunista serva gli interessi di uno dei centri imperialisti rivali invece di utilizzare le contraddizioni interimperialiste per il rovesciamento rivoluzionario della borghesia.

E' attraverso questo prisma che dobbiamo esaminare i più importanti negoziati in divenire, come il TTIP con l'UE, progettato per coprire il 50% della produzione mondiale attuale e il 30% del commercio mondiale. Il TTIP in sostanza costituisce la risposta euro-atlantica all'ascesa di potenti economie capitaliste come la Cina e l'India in Asia, così come i paesi BRICS nel loro complesso. Alcune sezioni significative delle classi borghesi francesi e tedesche reagiscono contro questo processo, perché capiscono che la proposta americana è un "cavallo di Troia" per assicurare l'egemonia economica statunitense in Europa. Contemporaneamente coesistono le aspirazioni dei monopoli europei per una maggior penetrazione nel mercato statunitense, non per imporre "standard in materia di salute e sicurezza favorevoli alla popolazione che negli Stati Uniti non esistono", come asseriscono le forze borghesi e opportuniste quali la SE, ma per massimizzare la redditività. Indicativa è la recente acquisizione della società statunitense Monsanto, nel campo delle colture geneticamente modificate, da parte del monopolio tedesco Bayer. In questo modo la guerra economica si sta intensificando, non solo tra la Russia e i paesi euro-atlantici, ma anche all'interno del blocco euro-atlantico, tra Stati Uniti e Germania, con l'emergere di scandali legati a "Siemens", VW, Deutsche Bank, Apple.

In queste condizioni, le critiche delle forze socialdemocratiche e opportuniste riguardo questi accordi, che presumibilmente scioglieranno le "redini" ai monopoli, impediranno uno sviluppo "fattibile" e "sostenibile", violeranno la sovranità degli stati, nascondono l'essenza: ossia che il TTIP e ogni altro accordo e alleanza capitalista di questo tipo non è una deviazione, ma una inconfutabile conferma del carattere di sfruttamento del sistema capitalista. Come Lenin ha scritto in questa specifica opera a proposito di quelli che professano l'umanizzazione degli imperialisti: "Pensare questo, significherebbe mettersi al livello del pretonzolo che ogni domenica predica ai ricchi la grandezza del cristianesimo e consiglia di fare dono ai poveri...se non di qualche miliardo, almeno di qualche centinaio di rubli all'anno".

Naturalmente, tali accordi, così come la discussione su un "mondo multipolare", "la riforma delle Nazioni Unite", ecc, consapevolmente o meno, alimentano l'illusione tra la gente di un nuovo mondo "pacifico", dove sia scongiurato il pericolo di una guerra mondiale grazie all'approfondimento della cooperazione economica, grazie a importanti accordi economici dei monopoli multinazionali.

Per questo motivo, la critica leninista della teoria dell'"ultra-imperialismo" acquista un significato rilevante. Una serie di analisi teoriche e politiche contemporanee costituiscono, in sostanza, un ritorno al nocciolo dell'analisi opportunista di Kautsky (ad esempio la globalizzazione, l'impero), invocando alcune tendenze contemporanee esistenti.

Tali analisi giudicano l'espansione della forza delle imprese multinazionali, la maggiore crescita del commercio mondiale, l'ampliamento delle interdipendenze tra stati capitalisti come caratteristiche contemporanee di una nuova fase storica del capitalismo in relazione all'imperialismo.

In realtà, tutti questi fenomeni riflettono la tendenza generale all'internazionalizzazione della produzione, degli investimenti, al movimento di capitali all'interno del quadro del mercato capitalistico globale. Tuttavia, questa tendenza non può negare l'impatto della legge di sviluppo ineguale né può invertire il fatto che la maggior parte della riproduzione sociale del capitale avviene sul terreno della struttura stato-nazione dell'economia capitalistica. Le contraddizioni interimperialiste si acuiscono nel contesto di questo movimento oggettivo e contraddittorio dell'economia capitalista.

La legge dello sviluppo ineguale si traduce nel cambiamento delle condizioni materiali sulle cui basi si formano le alleanze tra gli Stati capitalisti, soprattutto nell'epoca del capitalismo monopolistico.

Lenin molto giustamente ha evidenziato questa specifica conclusione esaminando il contenuto economico della parola d'ordine degli "Stati Uniti d'Europa". Egli sottolineava che nelle condizioni del capitalismo gli Stati Uniti d'Europa sarebbero stati reazionari o irrealizzabili, in quanto avrebbero concretizzato un accordo permanente per la divisione delle colonie e dei mercati tra i principali stati borghesi europei. Spiegava Lenin che un accordo temporaneo tra gli stati europei sarebbe stato possibile al fine di soffocare insieme il socialismo in Europa e proteggere le colonie e i mercati da essi saccheggiati e controllati contro gli Stati Uniti e il Giappone.

Vi è ora una grande quantità di prove che dimostra la correttezza delle valutazioni di Lenin. Le alleanze imperialiste sono alleanze tra stati che esprimono gli interessi comuni delle classi borghesi dei loro paesi membri. Gli interessi comuni sono legati a espandere i rispettivi monopoli, rafforzare la loro competitività nel sistema imperialista internazionale in condizioni di intensificazione della concorrenza, fronteggiare il movimento operaio e neutralizzare i partiti comunisti rivoluzionari in modo compatto.

Tuttavia, gli obiettivi comuni dei monopoli dei vari stati di una alleanza imperialista non possono negare la disparità e la specifica organizzazione dello stato-nazione, alla base dell'accumulazione capitalistica. Essi non possono negare la concorrenza e le contraddizioni all'interno di ogni alleanza imperialista e anche tra le varie alleanze e assi imperialisti. I riallineamenti nei rapporti di forza internazionali anch'essi determinano cambiamenti nella composizione e nella struttura delle alleanze imperialiste. Le alleanze imperialiste e l'esacerbazione improvvisa delle contraddizioni interimperialiste che portano alla rottura delle alleanze, sono le due facce della stessa medaglia.

Un esempio molto caratteristico è l'Unione europea, che oggi è una forma avanzata di alleanza tra stati capitalisti in Europa e ha subito varie fasi del suo sviluppo.

Cari compagni,

Nelle attuali condizioni difficili e complesse, data l'intensificazione delle contraddizioni interimperialiste sulle materie prime, l'energia, le vie di trasporto delle materie prime e le quote di mercato, il pericolo di una guerra imperialista generalizzata è in aumento. I comunisti devono dissipare l'illusione circa un presunto "mondo multipolare pacifico" e ancora di più lottare con decisione e metodo per evitare che la classe operaia si allinei con la borghesia del proprio paese, per non restare ingabbiata con una delle alleanze imperialiste rivali. Secondo le nostre valutazioni, lo sforzo costante nella lotta politica ed economica quotidiana non disgiunto dal principale compito politico rivoluzionario, costituisce un prerequisito per il raggiungimento di questo obiettivo. L'obiettivo del potere della classe operaia non deve essere retrocesso in favore di un altro obiettivo politico "di transizione" sul terreno del capitalismo (ad esempio il cambio di un governo borghese). L'orientamento strategico rivoluzionario deve rimanere stabile sia quando il movimento è in ascesa che in ritirata, senza discostarsi dalla linea in nome dello scoppio della crisi economica, della crescita della corrente fascista, della minaccia di una guerra imperialista.

Cari compagni,

I comunisti devono educare il popolo e orientare il movimento operaio in modo che non si fidi di alcun governo borghese, classe borghese o alleanza imperialista. Solo allora si potranno utilizzare le contraddizioni interimperialiste a vantaggio della missione storica della classe operaia e rispondere all'improvvisa intensificazione della lotta di classe.

A tal fine, è importante sottolineare incessantemente che nessuna alleanza imperialista è permanente e stabile e che allo stesso tempo essa è intrinsecamente reazionaria. Nel momento in cui vennero costituite l'UE e la zona euro, per esempio, la loro esistenza venne interpretata come fenomeno progressivo anche da alcuni PC. Ancora oggi persiste una simile confusione e le valutazioni errate che non evidenziano il carattere reazionario della UE e il ruolo dello sviluppo ineguale al suo interno.

E' inoltre particolarmente importante capire che tutte le classi borghesi di ogni alleanza imperialista sono solidalmente responsabili dell'escalation dell'offensiva contro la classe operaia.

Di conseguenza deve essere costantemente avanzata la necessità del conflitto e della rottura con l'UE e qualsiasi unione capitalista tra stati come parte della lotta per il rovesciamento del potere dei monopoli. Il potere operaio è una condizione necessaria per il disimpegno di un paese da ogni alleanza imperialista.

Seguendo questa strategia e nel corso della sua attuazione, il movimento operaio rivoluzionario, sarà in grado di incunearsi nelle crepe delle organizzazioni imperialiste della UE e della NATO, al fine di destabilizzare realmente il potere borghese in ogni stato membro e minare la coesione antipopolare e reazionaria della UE.

Una questione chiave è che ogni PC formi una strategia rivoluzionaria nel suo paese e lotti contro l'opportunismo che lo spinge a diventare la "coda" politica della classe borghese, contro le illusioni della "umanizzazione" della linea politica delle alleanze imperialiste (ad esempio quelle promosse dal Partito della sinistra europea per quanto riguarda la UE). In questo senso, ogni PC deve rafforzare i legami con la classe operaia e gli strati popolari, con l'obiettivo di mobilitarli per i bisogni immediati e anche per risvegliare loro la coscienza di classe. La lotta di classe, economico-politico-ideologica, è unica qualunque siano i rapporti di forza tra le classi opposte, favorevoli o sfavorevoli, come avviene oggi in Grecia e a livello globale. Così, la lotta per godere di infrastrutture e servizi sanitari pubblici moderni esclusivamente gratuiti, la lotta per il recupero delle perdite popolari subite durante la profonda crisi, la lotta per l'abolizione delle leggi antioperaie, devono essere integrate in una linea di rottura con l'Unione europea, il capitale e il suo potere, in vista della conquista del potere operaio, per la dittatura del proletariato, che porterà a un disimpegno totale dall'UE e dalla NATO, alla socializzazione dei monopoli e dei mezzi concentrati di produzione.

Allo stesso tempo, è importante rafforzare il coordinamento della lotta a livello europeo e internazionale, in base alle esigenze e ai diritti contemporanei della classe operaia. Gli interventi della "Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai di Europa" di condanna dei piani imperialisti ai vertici dell'UE e della NATO, di denuncia degli interventi imperialisti in Siria, Iraq, Libia, Ucraina, degli attacchi di Israele contro il popolo palestinese, del piano di spartizione di Cipro, vanno in questa direzione. E' importante denunciare l'approfondimento della militarizzazione dell'UE attraverso la "Comunità Europea di Difesa" e "la sua strategia globale", nonché attraverso la creazione di un esercito europeo. Occorre svolgere attività per affrontare i pericoli di una guerra imperialista generalizzata che l'acuirsi delle contraddizioni interimperialiste in molti angoli del pianeta rendono più prossima.

Cari compagni,

E' passato un secolo da quando Lenin scrisse Sulla parola d'ordine per gli Stati Uniti d'Europa e L'imperialismo, fase suprema del capitalismo, che continuano ad essere potenti risorse per i comunisti nella comprensione del mondo contemporaneo e anche per la nostra lotta implacabile per rovesciare la barbarie capitalista e per costruire la società socialista-comunista.


Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare