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Il KKE condanna l'invio di armi all'Ucraina da parte del governo greco

Giorgos Marinos, membro dell'UP del CC KKE e deputato, intervenendo nella Commissione permanente per la difesa nazionale e gli affari esteri del Parlamento, ha chiesto che il ministro della Difesa informi la commissione parlamentare competente sulla spedizione di armi all'Ucraina e non in una riunione a porte chiuse al ministero. Ha sottolineato che la questione è molto seria ed è legata al pericoloso coinvolgimento nella guerra e ai piani USA-NATO.

L'invio di veicoli blindati in Ucraina è un ulteriore passo avanti nel coinvolgimento della Grecia nella guerra imperialista. Il governo della ND (Nuova Democrazia) si sta assumendo una pesante responsabilità, facendo entrare ancora di più il Paese nel vortice del conflitto NATO-Russia, che si sta intensificando con l'Ucraina come epicentro e con il rischio di estendersi alla regione più ampia, compresi i Balcani, dove la situazione è critica.

Accanto alla "rete" di basi USA-NATO, che lavorano notte e giorno sul suolo greco per "alimentare" il fuoco della guerra imperialista con armi, truppe e informazioni, accanto alle missioni delle forze armate greche a fianco di portaerei e bombardieri statunitensi, accanto all'invio di unità fuori dai confini, come in Bulgaria, per il dispiegamento di nuove formazioni aggressive della NATO, il governo sta "facendo la sua parte" per gli interessi della borghesia, trasformando il nostro Paese in un carnefice di altri popoli e il popolo greco in un bersaglio.

Il governo con il suo silenzio, conferma in sostanza quanto denunciato l'altro giorno da "Rizospastis" sull'enorme quantità di materiale bellico inviato in Ucraina con più di 20 missioni aeree:

A proposito degli oltre 2.000 razzi, anche svuotando i magazzini sulle isole dell'Egeo settentrionale. Per gli oltre tre milioni di cartucce, decine di costosissimi missili antiaerei Stiger, migliaia di proiettili d'artiglieria e missili anticarro portatili, con un costo di tutte queste munizioni che si avvicina ai 30 milioni di euro.

E, naturalmente, con l'imminente invio di decine di veicoli corazzati BMP-1, che saranno ritirati dalle unità chiave per essere sostituiti - quando sarà il caso - dai "Marder 1A3/5" tedeschi, che stanno letteralmente marcendo da anni. È quindi legittimo che i militari siano preoccupati e si chiedano come le alleanze della NATO per rafforzare il fronte di guerra in Ucraina stiano influenzando in questo modo anche la difesa del Paese.

Il silenzio colpevole del governo e le argomentazioni false e fuorvianti che ha usato fin dal primo momento sui sistemi "inutili" infiammano ulteriormente questi interrogativi. Tanto più che queste mosse vengono fatte in un contesto in cui si intensificano le aggressioni turche e le pretese di smilitarizzazione delle isole, con l'argomento della "coesione della NATO" che dà fiato alle vele della borghesia turca.

E mentre camion di equipaggiamenti militari partono uno dopo l'altro per il fronte ucraino, il governo pubblicizza come "investimento nella difesa del Paese" l'esorbitante spesa in armamenti prevista per i prossimi anni, al fine di potenziare la "proiezione di potenza" della NATO nella sua ala sud-orientale!

Questo è l'obiettivo perseguito con gli ordini per i "Rafal" francesi e gli F-35 americani, proprio come SYRIZA aveva fatto durante la visita di Tsipras negli Stati Uniti nel 2017, concordando con l'allora amministrazione Trump l'aggiornamento degli F-16.

Ancora una volta, come in precedenza con l'invio di batterie missilistiche Patriot in Arabia Saudita, con il continuo dispiegamento di mezzi e personale al di fuori del confine, si conferma che la partecipazione ai piani della NATO non è uno "scudo" ma un fattore di rischio per la popolazione, mettendola ancora di più nell'"occhio del ciclone" degli antagonismi, minando al contempo la difesa dei confini e dei diritti sovrani.

Il popolo non deve dare alcuna fiducia al governo, alla borghesia e ai suoi partiti, in tutti coloro che lo mettono a rischio per gli interessi di una manciata di gruppi imprenditoriali. Intensificare la lotta contro la politica di coinvolgimento nei piani USA-NATO. Per spianare la strada con la sua lotta per il disimpegno da tutti gli organismi imperialisti, con se stesso al potere.

 

09.06.2022